Il modo in cui lavoro- Dott.ssa Sara Bellodi
I primi colloqui
La persona che si rivolge al terapeuta lo fa spesso con un misto di paura e di speranza.
E’ un’esperienza per molti nuova e disorientante.
Incontrare uno psicologo è come cercare di fare un puzzle: dobbiamo rovesciare dei pezzi noi sulla scrivania, passare da un caos destabilizzante, per scoprire che possiamo mettere insieme quei pezzi, uno per volta. Partendo dalla cornice, suddividendo i colori, andando per tentativi.
Noi possediamo tutti quei pezzi, abbiamo solo bisogno di qualcuno che ci aiuti a metterli nell'ordine giusto, a guardarli da angolature differenti e capire che è in quel modo che possono corrispondersi e comporre il nostro ordine-
Nel primo colloquio mi interessa conoscere quali sono le motivazioni che hanno spinto la persona a rivolgersi a me ed ascoltare, senza giudizi,o tutto quello che ha da raccontarmi.
Allo stesso tempo ritengo giusto rispondere alle domande sulla terapia, con lo scopo di aiutare la persona che ne ha bisogno ad avere maggior chiarezza su come funzionerà il lavoro assieme, sulle modalità, sui costi.
E'un incontro tra persone: bisogna conoscersi e scoprire se è percorribile un percorso comune.
La psicoterapia
Una metafora efficace per descrivere l’esperienza della terapia è quella di punti luce che si accendono in un grande appartamento in ombra.
La luce permette di vedere meglio e crea anche un ambiente più accogliente e sicuro.
La psicoterapia è un lavoro in cui lo psicologo mette a disposizione la sua esperienza clinica e tecnica per aiutare il paziente a comprendere meglio quello che gli sta succedendo nell’ambito della sua personalissima storia.
Lo psicoterapeuta, però non è solo un esperto professionista. E'una persona che utilizza la propria empatia, la curiosità, il suo desiderio di conoscere e di essere d’aiuto, il suo entusiasmo, le sue emozioni, la sua capacità di incontrare l'Altro.
La psicoterapia è anche una forte esperienza relazionale e umana.
Lo scopo è di usare i pensieri e le emozioni, illuminati e condivisi nella stanza della terapia, per vedere come stare meglio nella vita quotidiana, trovando nuove soluzioni, nuovi comportamenti, nuove sicurezze e comprensioni.
Il tempo
Il criterio temporale con cui lavoro è "il minor tempo possibile, compatibilmente con un risultato". Non mi è possibile stabilire a priori quanto durerà un percorso; alcuni durano settimane, altri mesi, altri ancora anni.
Ciascuno ha il proprio tempo e la propria storia, ciascuno deve avere la propria strada da percorre con il passo che gli è proprio.